
Una nuova indiscrezione dalla scena cinese suggerisce che Xiaomi sia pronta a dotare il prossimo 16 Pro di un sensore principale SmartSens SC590XS da 50 MP, lo stesso modulo che sarebbe destinato anche al Huawei Mate 80 RS Ultimate. Se confermato, il comparto fotografico del flagship di Xiaomi compirebbe un salto significativo, puntando su sensibilità alla luce, autofocus avanzato e video ad alto frame rate.

Xiaomi 16 Pro: sensore SmartSens SC590XS
Secondo il leaker Fixed Focus Digital, il 16 Pro integrerà il SmartSens SC590XS (50 MP), talvolta indicato anche come SC590X nelle prime fughe di notizie. Il sensore sarebbe prodotto a 22 nm, con formato 1/1,28″ e pixel da 1,2 μm. La combinazione di superficie ampia e pixel relativamente grandi mira a migliorare la raccolta di luce e la gamma dinamica, elementi chiave per foto notturne e scene contrastate.
In termini di registrazione video, il modulo emergerebbe per il supporto nativo al 4K a 120 fps, abbinato a un’ampia gamma dinamica (HDR). Queste caratteristiche dovrebbero consentire riprese più fluidhe e con maggior dettaglio nelle alte luci, riducendo il clipping in condizioni complesse.
– Sensore: SmartSens SC590XS, 50 MP
– Dimensioni: 1/1,28″, pixel 1,2 μm
– Processo: 22 nm (dato inusuale per gli image sensor, ma coerente con scelte produttive “mature” orientate alla resa)
– Video: 4K/120 fps nativo
– Messa a fuoco: QPD full‑pixel
Questi dati restano non ufficiali; Xiaomi non ha confermato specifiche o fornitore del sensore.
Autofocus, video e algoritmi
Il SC590XS implementerebbe la Quad Phase Detection (QPD) su tutti i pixel, così che ogni fotodiodo contribuisca alla rilevazione di fase. In pratica, ci si può attendere un AF più rapido e stabile, soprattutto su soggetti in movimento e in condizioni di scarsa illuminazione. In abbinata, l’adozione di algoritmi di AI motion‑tracking dovrebbe migliorare l’aggancio del soggetto, con meno “hunting” quando la scena cambia rapidamente.
Sul fronte video, il supporto 4K/120 fps offre margine per slow‑motion di qualità nativa senza ricorrere a upscaling o cropping aggressivi. La citata ampia gamma dinamica aiuta nelle scene con forti contrasti, riducendo la necessità di interventi pesanti in post‑produzione.
Apertura variabile e matrice RYYB
Le fonti indicano la possibile adozione di un’apertura variabile fisica, capace di far transitare più luce rispetto alle soluzioni a diaframma fisso. Ciò si tradurrebbe in maggiore flessibilità tra ritratto (background più sfocato) e paesaggio (maggiore profondità di campo), oltre che in una gestione più fine della luce in notturna.
Un altro elemento chiave sarebbe la matrice RYYB (sostituzione di un sub‑pixel verde con il giallo), tecnologia resa popolare da Huawei: in teoria, la cattura di luce potrebbe aumentare del 30–40% rispetto a un filtro RGB tradizionale. Resta da capire come Xiaomi integrerebbe pipeline e ISP per gestire la resa cromatica, perché le matrici RYYB richiedono calibrazioni e profili colore attenti per evitare dominanti eccessive o perdita di micro‑dettaglio.
Implicazioni per la fotografia
Se il pacchetto fosse confermato, il 16 Pro si posizionerebbe come camera‑phone focalizzato su:
– Scena notturna: sensore ampio, RYYB e apertura variabile possono incrementare SNR e dettaglio in low‑light.
– AF su soggetti in movimento: QPD full‑pixel e tracking AI sono pensati per sport e street.
– Video avanzato: 4K/120 fps e HDR nativo ampliano la flessibilità narrativa per creator e vlogger.
Il risultato finale dipenderà dall’integrazione con l’ISP del SoC, dall’ottica (stabilizzazione, trattamento flare) e dal tuning software. La sola scheda tecnica del sensore non garantisce, da sola, una resa di riferimento.
Il quadro che emerge è quello di un flagship Xiaomi con forte focus su fotografia computazionale e sensibilità alla luce. La scelta di un sensore 50 MP 1/1,28″, con QPD full‑pixel, 4K/120 fps e potenziale RYYB, è coerente con la corsa alla leadership nel mobile imaging. Restano però variabili decisive: qualità delle ottiche, maturità dell’ISP e del software, oltre a una strategia di prezzo che dovrà confrontarsi con rivali diretti in Cina e all’estero. Finché le specifiche non saranno ufficiali, conviene mantenere un cauto ottimismo.